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La centralità dei sensi dell'uomo nel creato
Liber Divinorum Operum, di Ildegarda di Bingen

I gusti sono gusti. La ritrovata centralità dei sensi individuali nella ricostruzione della realtà.

La concezione tolemaica

A scuola ci hanno insegnato che, circa 300 anni prima di Cristo, Aristotele sosteneva che il Sole e gli altri pianeti ruotassero attorno alla Terra.

E’ la concezione medievale splendidamente rappresentata, tra gli altri, negli scritti di Ildegarda di Bingen, mistica e scienziata, santa fondatrice di monasteri religiosi di derivazione benedettina, che a metà del XII secolo scrive:

In questo modo Dio ha fortificato l’uomo con tutte le forze della natura. Lo ha vestito dell’armatura del creato, in modo che egli riconoscesse tutto il mondo con la vista, lo comprendesse con l’udito, lo distinguesse con l’olfatto, lo consumasse con il gusto e lo dominasse con il tatto.”[1]


[1] Si cita da Eva Landis, Hildegard von Bingen, Ricette per il Corpo e per l’Anima, Milano, Guido Tommasi Editore, 2000. La citazione è a pag. 20. Il testo e l’illustrazione sono tratti dal Liber Divinorum Operum, di Ildegarda riprodotto nel codice miniato della metà del XII secolo conservato nella Biblioteca Statale di Lucca.


La rivoluzione copernicana

La concezione aristotelico tolemaica, che è al tempo stesso una teoria astronomica ed una concezione del mondo, entra in crisi attorno alla metà del XVI secolo, quando Copernico dimostra che la Terra e gli altri pianeti ruotavano attorno al Sole.

Egli descrive l’Universo in un modo totalmente nuovo e mette implicitamente in crisi la centralità dell’uomo nel Creato. Si ricorderà ‘l’eppur si muove’ di Galileo che per evitare la scomunica nel processo per eresia davanti al Sant’Uffizio fu costretto a dichiarare che la terra era ferma, al centro dell’Universo, mentre i sui esperimenti confermavano indubitabilmente che la terra si muoveva.

Nonostante le resistenze si è affermato prepotentemente il valore del metodo scientifico nella descrizione della realtà e delle leggi che la governano attraverso la replicabilità dei risultati degli esperimenti.

Con un salto spericolato di quasi trecento anni arriviamo al secolo scorso quando la fisica classica viene messa in discussione e nella riflessione scientifica e filosofica si afferma il criterio della relatività secondo il quale la realtà non è un dato assoluto ma dipende sostanzialmente dal punto di osservazione e di comprensione dell’osservatore.[2]


[2] “La teoria della relatività di Einstein, in particolare la teoria della relatività ristretta, ha dimostrato che il tempo e lo spazio non sono universali e immutabili, ma determinati dal punto di vista dell’osservatore. Ciò significa che non esiste un’oggettività universale per il tempo e lo spazio, ma solo oggettività relativa alle condizioni dell’osservatore. Questa scoperta ha avuto un enorme impatto sulla filosofia, poiché ha suggerito che anche la conoscenza scientifica non è immutabile, ma dipende dalle condizioni in cui viene prodotta.”

Questa nota è stata generata utilizzando ChatGPT sulla base della richiesta “descrivi il rapporto tra relativismo filosofico e scienza nel Ventesimo secolo”.

Il relativismo pare togliere concretezza alla realtà, la quale tuttavia esiste ed ha una sua irriducibile concretezza che noi percepiamo e ricostruiamo attraverso i nostri sensi[3].


[3] ‘Irriducibile’ (Milano, Mondadori, 2022) è il titolo dell’ultimo libro di Federico Faggin, l’italiano inventore del microprocessore e che nel 2016 ha dato vita ad una ‘fondazione’ a cui ha assegnato il compito di approfondire i caratteri ed il valore della coscienza umana,  elemento che ci distingue dalle macchine, diversa in ciascuno di noi,  e che ci guida nella realtà che pure rimane irriducibile.

La nuova centralità

Dopo mille anni, affidandoci alle nostre percezioni, ai nostri sensi, nonostante i quasi mille anni di consapevolezza scientifica, ci sentiamo ancora piantati saldamente sulla Terra, posti al centro dell’Universo che ruota attorno a noi.

Perché i sensi sono strumenti meravigliosi ma non affidabili nel restituirci l’immagine del mondo in cui viviamo: captano segnali che filtrano sulla base della conformazione fisiologica che poi ciascuno di noi integra ed interpreta secondo la propria esperienza.

Per questo motivo Magazzino Alimentare, fin dal suo nascere, ha riconosciuto una straordinaria importanza alla valutazione sensoriale intesa come scienza multidisciplinare descrittiva che si avvale di potenti strumenti statistici in grado di prevedere il comportamento delle persone, ma che riconosce a ciascun individuo il valore inconfutabile del proprio giudizio.

C’è quindi un fondo di assoluta verità nell’affermazione popolare che i gusti sono gusti.

Magazzino alimentare con il suo progetto più longevo, la Scuola di Cucina Intelligente, ha cercato di diffondere, tra gli appassionati di cucina, l’importanza della buona tecnica e del rispetto delle caratteristiche naturali del cibo ed ha sempre sostenuto che è la singola persona che determina il valore di un cibo, non in funzione di criteri assoluti ma in relazione ai suoi bisogni ed alle sue attese.

In un ambito così ‘intimo’ come quello del piacere del cibo si dovrebbe sentire pochissimo il bisogno di maestri del gusto: è un atto così naturale, così legato alla nostra esperienza ed alla nostra sensibilità che non ha bisogno di qualcuno che insegni ciò che è buono o non è buono. Possiamo avvantaggiarci, semmai, di qualcuno che ci insegni a trarre il meglio da ciò che mangiamo, imparando a cucinarlo.

Il valore dell’Associazione

La definizione di cucina intelligente, coniata più di 15 anni fa, non voleva essere uno sfoggio di presunzione, anzi, era l’affermazione del valore di ‘leggere’, comprendere, (intelligente deriva da intellìgere, leggere tra le righe ciò che non appare esplicito) ciò che avviene quando si cucina un cibo.

In quindi anni sono stati realizzati centinaia di corsi, migliaia di ricette, abbiamo ‘raccolto’ una quantità straordinaria di sorrisi con i quali i partecipanti affrontavano le preparazioni previste dai programmi.

Lasciata alle spalle la triste stagione della pandemia, ci proponiamo di riprendere con ancora più entusiasmo l’obiettivo della diffusione della cultura alimentare ma dando maggior valore all’importanza di mettersi insieme, ritrovarsi per condividere esperienze e progressi.

Per questo motivo, accanto a Magazzino Alimentare srl, che continuerà a svolgere la propria attività commerciale e di consulenza, è stata costituita l’Associazione Magazzino Alimentare, con l’obiettivo di allargare il più possibile la partecipazione a chi è interessato ad aumentare e condividere la propria consapevolezza alimentare.

Ci fa particolarmente piacere che la prima comunicazione pubblica dell’Associazione Magazzino Alimentare trovi spazio qui in Vini & Cucina bresciana, con cui collaboriamo da tempo con la rubrica Osservatorio g-astronomico, perché, seppure guardiamo lontano, siamo assolutamente orgogliosi delle nostre radici culturali e gastronomiche bresciane.

All’interno della stessa rivista è pubblicata la rubrica Buonessere alimentare, ideata e curata dalla dott.ssa Anna Mariotti, biologa nutrizionista, con la quale da anni collabora assiduamente.

Ci stiamo organizzando, e ci leggerete prestissimo, ma intanto se volete saperne di più, il dettaglio dei programmi, come fare ad associarsi, potete scrivete a iniziative@magazzinoalimentare.it, telefonate allo 030-2302996, e tenete d’occhio il sito https://www.scuoladicucinaintelligente.it, che presto apparirà in una nuovissima veste ed avrà uno spazio dedicato agli associati.